venerdì 25 marzo 2016

INSYLUM al CLUB 27 - Sessione 05














12 Novembre 1975                          
Ospedale Psichiatrico di Voghera (PV)
  Reparto 23                                     


E fu sera e fu mattina, terzo giorno di terapia per i sette pazienti ritrovati nelle campagne del pavese.
La notte è passata senza particolari problemi se non quelli tipici di un sanatorio: pazienti che si svegliano urlando o cantilenando nenie incomprensibili.
Al mattino, tuttavia, il paziente 083 affettuosamente soprannominato “l’architetto” è stato trovato in stato catatonico con un espressione di indicibile orrore scolpita sul viso.
Esattamente come il paziente 098 non sembra trattarsi di un’inspiegabile combinazione di paralisi ed illusioni ipnagogiche con effetti prolungati se non permanenti.
Sono intrappolati in un permanente stato di orrore da cui non è possibile risvegliarsi.
Ho già provato delle terapie d’urto (elettroshock, somministrazioni di adrenalina) con i pazienti precedenti, ma aumentando le dosi nel tentativo estremo di ottenere dei risultati ho solo ottenuto decessi.
Anche la paziente 109 ed il paziente 115 sono stati trovati in pessime condizioni, ma nel loro caso i fenomeni ipnagogici hanno seguito il loro naturale corso ed i due si sono svegliati, anche se riportando strani effetti collaterali riscontrabili anche nei casi infantili di pavor nocturnus.
Da notare che, effettivamente, tutti i pazienti colti da questa singolare ed insensata sindrome di paralisi da orrore ipnagogico cronico hanno presentato episodi di pavor nocturnus con l’insolita variante dell’autolesionismo in quanto il loro corpo era coperto da una gran quantità di sottilissimi graffi.
Un mio assistente è entrato in possesso di un curioso articolo di giornale che sottoporrò al gruppo e sono certo risveglierà altri importanti ricordi sulle cause di tutto ciò, sulle motivazioni prime che li hanno portati nel luogo in cui hanno perso la memoria.
Ma ciò che più conta è che, dopo la seduta, potranno finalmente sperimentare la teatroterapia, ripercorrendo passo passo gli ultimi momenti di quella che era la loro vita “normale”

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